Durante il Festival Internazionale dell’Economia di Torino, un'indagine ha rivelato le opinioni e gli atteggiamenti degli italiani riguardo alle nuove tecnologie digitali. Solo l'1% le detesta, mentre l'80% preferisce ancora i libri come fonte affidabile di informazioni.
In occasione del Festival, Ipsos ha condotto un’indagine sulle opinioni e atteggiamenti degli italiani verso le tecnologie digitali. I risultati mostrano un quadro diversificato: una parte significativa della popolazione sembra accogliere con entusiasmo le nuove tecnologie. Circa due italiani su tre affermano di usare frequentemente e con piacere le nuove tecnologie. Le valutazioni positive dominano, sia per le tecnologie di largo uso come l’e-commerce, sia per quelle meno utilizzate come l’intelligenza artificiale, con pareri favorevoli che raggiungono il 70%.
Nonostante solo l'1% degli intervistati dichiari di "odiare" la tecnologia e il 7% di "non amarla", esistono comunque delle riserve. Gli italiani mostrano una maggiore fiducia nei mezzi di informazione tradizionali rispetto alle fonti digitali, in particolare i social network. Più dell'80% ritiene affidabili libri, saggi e manuali, e oltre il 70% si fida delle notizie radiofoniche e dei programmi televisivi di approfondimento, mentre solo il 40% si fida dei social network.
C'è una divisione nelle opinioni su chi dovrebbe gestire il progresso tecnologico. Il 22% teme i rischi di una gestione non regolamentata da parte delle grandi aziende hi-tech, mentre il 40% preferisce una gestione privata, ritenendo che il settore pubblico non sia in grado di condurre la rivoluzione tecnologica al meglio. Una significativa parte degli intervistati (38%) è indecisa tra queste due opzioni.
L'e-commerce, nonostante sia apprezzato per la convenienza e la comodità dal 46% degli intervistati, solleva preoccupazioni per le possibili conseguenze negative sulle relazioni commerciali tradizionali (25%), sul commercio locale (23%) e sull’occupazione (22%).
Il 37% degli italiani considera la protezione dei dati personali un diritto fondamentale irrinunciabile, mentre il 44% è disposto a rinunciare a parte della propria privacy in cambio di maggiore sicurezza o altri vantaggi. Le generazioni più giovani sono più inclini a questo compromesso.
Le opinioni sull'intelligenza artificiale sono polarizzate tra chi vede più rischi (45%) e chi vede più benefici (42%). Nonostante la fiducia nell'IA sia alta, soprattutto tra i giovani (47% della GenZ), gli italiani preferiscono decisioni umane in ambiti critici come la guida, la chirurgia e la politica, mentre si affidano più volentieri all'IA per compiti meno rischiosi.
Gli italiani sono consapevoli del fenomeno delle fake news, ma si sentono capaci di gestirlo autonomamente. Il 43% ritiene di essere più abile della media nel riconoscere le notizie false.